Isthmos Project

Italy
Progetto di ricognizione e scavo archeologico organizzato dalla cattedra di Archeologia e Storia dell'arte greca e romana dell'Università degli studi di Cagliari nel sito di Nora (CA).

Campagna 2017

  • Nel corso della campagna 2017 nell’ex area della Marina Militare, svoltasi tra giugno e luglio, l’équipe dell’Università di Cagliari ha indirizzato l’analisi sul campo alla definizione di alcuni elementi urbanistici legati alla conformazione del tessuto viario del settore settentrionale (Area Omega), alla definizione dell’arco cronologico, della funzione e della morfologia dell’Area Alfa e dei vani del grosso blocco edilizio dell’area meridionale (Area Gamma).
    Le indagini condotte nell’area di scavo denominata Alfa hanno permesso di appurare che la prima fase di frequentazione risale, come si ricava dai materiali rinvenuti, alla prima età imperiale. Inizialmente utilizzata come una sorta di “cortile”, ricavato livellando il piano di roccia naturale, la zona è da mettersi in connessione con un suo probabile utilizzo in chiave artigianale.
    Le operazioni di scavo sono proseguite anche nell’area Gamma, antistante alla strada basolata E-F (Area Beta), all’interno dei tre vani individuati nel corso delle campagne di scavo precedenti. Uno di questi vani (A) ha restituito un lotto di terrecotte figurate, con la medesima iconografia reiterata, inquadrabili, anche sulla base del contesto stratigrafico, tra il I sec. a.C. e il I d.C.
    Per quanto riguarda l’area Omega, i dati acquisiti in passato in questo settore, benché parziali, avevano portato ad ipotizzare la presenza di uno spazio pubblico decorato con strutture legate all’adduzione dell’acqua, all’interno di un complesso del quale una struttura a esedra doveva costituire solo una parte di un sistema articolato e importante all’interno del tessuto urbano della Nora di età imperiale. La prosecuzione dello scavo ha evidenziato la presenza di murature poste in opera a secco, ascrivibili ad una fase di post abbandono del settore (post V-VI sec. d.C.), su livelli di terra che avevano obliterato la pavimentazione dell’area. Con il raggiungimento del piano stradale in basoli di andesite, si è messa in evidenza la prosecuzione di una canaletta di scolo, già individuata nella precedente campagna di scavo, che dal settore sud del saggio raggiungeva una struttura semicircolare. La canaletta termina in uno spazio aperto, verosimilmente di forma circolare (diametro ipotizzabile tra i 5,50 e i 6 m.), caratterizzato dalla presenza di elementi in malta e negativi di strutture in metallo pertinenti alla canalizzazione delle acque. Queste ultime viaggiavano verso l’esedra dal grande invaso circolare, ora riempito di terra compatta e materiale di crollo. Il profilo interno della vasca è segnato da un filare di grossi blocchi rettangolari di 40×40 cm (dimensioni della faccia a vista).
    Nella porzione nord-occidentale dell’area si è impostata inoltre l’indagine di un nuovo settore di scavo (Psi), dove sotto un unico potente interro povero di materiali si è messa in luce una struttura che probabilmente fu impostata su una precedente tomba punica a camera violata.

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