A partire del 2018 il
progetto di ricerca Isthmos si avvale della collaborazione
dell’Università di Alicante. Le indagini della campagna di scavo 2018 si
sono concentrate su tre settori di scavo: l’area Psi, al fine di
definire la conformazione della struttura emersa nella precedente
campagna; l’area Omicron, con un approfondimento degli aspetti connessi
con la viabilità dell’area alle pendici settentrionali del c.d. Colle di
Tanit; l’area Omega, con la principale finalità di definire i limiti e
le caratteristiche costruttive della vasca circolare individuata nella
campagna di scavo 2017.
Le indagini condotte in quest’ultimo settore (Area Omega) hanno permesso di acquisire importanti informazioni sullo spazio basolato individuato nelle precedenti campagne. Si tratta di un’ampia area monumentalizzata con strutture connesse con l’adduzione dell’acqua. Nella parte più meridionale è stata messa in luce un’ampia vasca circolare, la cui costruzione è contestuale alla posa in opera dei basoli della strada. Il profilo interno di questa infrastruttura è segnato da un filare di grossi blocchi rettangolari di 40×40 cm e, in corrispondenza della canaletta che la connette alla struttura a esedra del settore nord, dalla presenza di un collo d’anfora proveniente dalla Betica, riutilizzato probabilmente come scarico o in un sistema di “troppo pieno”. La struttura, completamente spoliata, è caratterizzata da una fase di obliterazione e appianamento del livello in modo da uniformarla al piano stradale. Ad un’analisi preliminare, gli strati di quest’ultima fase sembrano restituire ceramica inquadrabile tra la metà del I sec. d.C. e gli inizi del II sec. d.C.
Importanti informazioni arrivano anche da un secondo settore (Area Omicron), grazie anche alla lacuna del basolato nella porzione nord, fatto che ha permesso di indagare le stratigrafie sottostanti la preparazione del piano stradale. Anche in questo caso, così come nell’area Omega, gli strati di questo settore sembrano restituire ceramica inquadrabile tra la metà del I secolo d.C. e gli inizi del II secolo d.C.
L’ultima area (Psi), già sottoposta ad indagine nel corso della campagna del 2017, ha restituito interessanti informazioni in merito al riutilizzo di tombe puniche in età romana. Nella zona in questione si è infatti rinvenuta una tomba a camera, ormai spoliata, riutilizzata in età romana come elemento funzionale al sistema di raccolta dell’acqua, all’interno di una struttura a probabile carattere abitativo. Di quest’ultima, ancora in corso d’indagine, residuano il muro settentrionale e alcuni lembi del pavimento mosaicato.
Le indagini condotte in quest’ultimo settore (Area Omega) hanno permesso di acquisire importanti informazioni sullo spazio basolato individuato nelle precedenti campagne. Si tratta di un’ampia area monumentalizzata con strutture connesse con l’adduzione dell’acqua. Nella parte più meridionale è stata messa in luce un’ampia vasca circolare, la cui costruzione è contestuale alla posa in opera dei basoli della strada. Il profilo interno di questa infrastruttura è segnato da un filare di grossi blocchi rettangolari di 40×40 cm e, in corrispondenza della canaletta che la connette alla struttura a esedra del settore nord, dalla presenza di un collo d’anfora proveniente dalla Betica, riutilizzato probabilmente come scarico o in un sistema di “troppo pieno”. La struttura, completamente spoliata, è caratterizzata da una fase di obliterazione e appianamento del livello in modo da uniformarla al piano stradale. Ad un’analisi preliminare, gli strati di quest’ultima fase sembrano restituire ceramica inquadrabile tra la metà del I sec. d.C. e gli inizi del II sec. d.C.
Importanti informazioni arrivano anche da un secondo settore (Area Omicron), grazie anche alla lacuna del basolato nella porzione nord, fatto che ha permesso di indagare le stratigrafie sottostanti la preparazione del piano stradale. Anche in questo caso, così come nell’area Omega, gli strati di questo settore sembrano restituire ceramica inquadrabile tra la metà del I secolo d.C. e gli inizi del II secolo d.C.
L’ultima area (Psi), già sottoposta ad indagine nel corso della campagna del 2017, ha restituito interessanti informazioni in merito al riutilizzo di tombe puniche in età romana. Nella zona in questione si è infatti rinvenuta una tomba a camera, ormai spoliata, riutilizzata in età romana come elemento funzionale al sistema di raccolta dell’acqua, all’interno di una struttura a probabile carattere abitativo. Di quest’ultima, ancora in corso d’indagine, residuano il muro settentrionale e alcuni lembi del pavimento mosaicato.
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